Brindisi, attentato senza movente L'assassino "Ce l'ho col mondo"

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    (AGI) - Roma, 8 giu. - Il killer di Brindisi ha un nome e un volto, ma il movente resta oscuro. Nome e volto sono quelli di Giovanni Vantaggiato, 68 anni, di Copertino (Lecce). L'uomo, che gestisce una rivendita di gas e combustibili agricoli nel paese di residenza, e' stato fermato nella tarda serata di ieri, e ha ammesso le sue responsabilita' nel corso di un lunghissimo interrogatorio. Ha ammesso di aver causato, con l'utilizzo di un ordigno composto da bombole di gas azionate con un telecomando, l'esplosione del 19 maggio scorso di fronte all'istituto Morvillo Falcone, costato la vita a Melissa Bassi, studentessa sedicenne di Mesagne. Il movente del gesto, invece, resta tuttora poco chiaro. "Si', sono stato io". Sono state queste le parole con cui ieri sera Vantaggiato ha confessato il crimine. La prima ammissione e' arrivata alle 21,40, negli uffici della questura di Lecce.
    Alle domande che sono seguite, ha risposto solo con "si'", "no", e "non so". Alla domanda se avesse agito con l'aiuto di altri, l'imprenditore ha risposto di no. Sono proprio tutti questi "non so" ad insospettire investigatori e magistrati fino a far sorgere il dubbio che l'uomo non abbia detto tutto quello che si nasconde dietro l'attentato. Il reato contestato a Vantaggiato e' quello di strage con finalita' di terrorismo. Verra' interrogato domattina dal giudice del tribunale di Lecce, Ines Casciaro. L'uomo ha piu' volte ribadito di aver portato da solo, nella sua Fiat Punto bianca, il contenitore per la raccolta della plastica con le tre bombole poi fatte esplodere. Gli inquirenti gli hanno chiesto perche' non le avesse fatte esplodere di notte ed ha riposto che "di notte non c'era nessuno". Alla richiesta se ce l'avesse con le studentesse, ha replicato: "Ce l'ho col mondo intero". In carcere, al Borgo San Nicola di Lecce, l'uomo e' stato portato all'1.20, e a chi gli stava attorno ha detto "Quanto ci dovro' stare, qua dentro?".
    A Vantaggiato gli investigatori sono giunti anche attraverso le immagini di due sue auto filmate dalle videocamere di alcuni negozi della zona. A confermarlo e' stato il procuratore della Dda di Lecce, Cataldo Motta. Si tratta di un risultato "non esaustivo", ha sottolineato Motta, nel senso che l'uomo ha ammesso di aver confezionato l'ordigno, di averlo collocato e di averlo fatto esplodere, ma non e' stata data alcuna spiegazione del perche'. Tutta da verificare, tra le altre, l'ipotesi che si sia trattato di un gesto dimostrativo contro il Tribunale di Brindisi, situato alle spalle della scuola, per un presunto torto subito in relazione a una truffa da 300mila euro. Secondo indiscrezioni, il presunto responsabile del raggiro, un imprenditore agricolo del brindisino, avrebbe poi subito due attentati: il primo nel 2008, restando gravemente ferito nell'esplosione di un ordigno realizzato con una bombola di gas e collocato nel giardino della sua abitazione; il secondo nel 2011, quando la sua Audi8 venne data alle fiamme. Gli investigatori starebbero nuovamente indagando sulle due vicende.
    "Non provo alcun sentimento per questa persona, e' come se non esistesse - ha affermato Massimo Bassi, il papa' di Melissa -. Non e' un padre di famiglia, se lo fosse stato non sarebbe arrivato a fare questa brutta cosa. E invece tutto potevo pensare, ma quest'uomo ha dei figli, dei nipoti". "Questa svolta - ha detto il sindaco di Brindisi, Mimmo Consales - disinnesca quanto abbiamo vissuto in questo periodo.
    La nostra e' stata una comunita' colpita al cuore". "So che l'individuazione del presunto colpevole non potra' attenuare il dolore delle famiglie e della comunita' brindisina, ma per noi, assicurarlo alla giustizia, era un impegno morale prima ancora che un dovere giudiziario". Lo ha detto il ministro dell'Interno, Annamaria Cancellieri.

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