| Aumento della benzina, il governo frena
Roma - L’ennesimo aumento delle accise sulla benzina, che potrebbe scattare in caso di dichiarazione di stato d’emergenza per calamità naturali, è «l’ultima ratio»: oggi il governo è sceso in campo con un comunicato per assicurare che l’aumento (al litro, 5 centesimi da parte dello Stato e altri 5 di spettanza delle Regioni) è «solo una possibilità», anche per placare le proteste che continuano a piovere sul provvedimento. Il leader del Pd, Pierluigi Bersani, lo ha detto chiaramente: «Non è che la benzina aumenti domattina, ma si possono trovare soluzioni migliori di quella, che a me non piace». La nota di Palazzo Chigi si è resa necessaria «a seguito di articoli di stampa che prefigurano aumenti immediati sulle accise di carburante». Infatti, torna a spiegare la presidenza del Consiglio, «l’aumento delle accise contenuto nella riforma della Protezione Civile scatterà eventualmente ed esclusivamente a esaurimento della capienza prevista dal bilancio». Nessun aumento immediato, insomma, ma solo la possibilità di utilizzare la risorsa in caso di necessità. Quanto alle Regioni, Palazzo Chigi sottolinea che l’imposizione dell’accisa «è rimessa, in conformità all’orientamento espresso dalla corte Costituzionale, alla facoltà - non più all’obbligo - delle stesse. Si aggiunge che rispetto al precedente sistema è previsto che la legge di Stabilità debba prevedere una dotazione finanziaria specificamente destinata alla Protezione Civile». Anche se non si tratta di un aumento immediato, l’annuncio del governo di ricorrere ancora una volta al “portafoglio” degli automobilisti, in un momento in cui i prezzi sono già alle stelle e i consumi in picchiata, non piace a nessuno. In particolare, scende in campo la politica, che dovrà affrontare la questione nel passaggio parlamentare: «Francamente - ha osservato Bersani, lasciando intendere proposte di modifica - credo che ci possano essere altri modi. In ogni caso c’è tempo e modo di discutere, perché si sta parlando di un progetto di legge per la riforma della Protezione Civile». Anche l’ex ministro della Funzione Pubblica, Renato Brunetta (Pdl), ha fatto la sua proposta tornando a ipotizzare «forme di assicurazione obbligatoria contro le catastrofi e le calamità naturali che responsabilizzino, allo stesso tempo, i cittadini, gli enti locali e lo Stato». Italo Bocchino (Fli) da questo Esecutivo ha detto di aspettarsi «norme che abbassino il prezzo stellare dei carburanti e non scelte che aumentano ancora prezzi che affaticano famiglie e imprese italiane».
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